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CARATTERISTICHE: [Amplifier Power Features] • Amplifier Link (05 type) • Phase Selector • Speaker Input (RCA conversion) • RCA Pre-out • Independent Variable Crossover • Bass EQ (45Hz, +16dB) • Subsonic Filter (OFF / 15Hz / 30Hz) • Over Current Protection • High Temperatur Protection • STAR Circuit • Digital Control Center Display • Discrete Pre-amp Stage • DC-DC PWM Power Supply • MOS-FET

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    WhatsApp Aggiornamento

    Pubblicato il 02.07.2020
    Il 2021 si è aperto con una inaspettata sorpresa per gli utenti che utilizzano Whatsapp come applicazione di messaggistica principale.
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  • Adiantum: crittografia per tutti, made in Google

    Pubblicato il 08.02.2019
    La sicurezza dei dati come priorità assoluta: Adiantum è l’ennesimo tassello del puzzle costruito da Google al fine di garantire agli utenti un’adeguata protezione delle informazioni, per coloro che si muovono entro i confini dell’ecosistema mobile e non solo. È, in sintesi, un sistema di crittografia studiato in modo da poter essere gestito senza difficoltà anche sui dispositivi che non dispongono di un hardware dedicato all’operazione.

    Adiantum, crittografia per tutti

    Nel post condiviso da bigG per annunciare il progetto si fa riferimento in particolare ai prodotti che affidandosi all’architettura ARM Cortex-A7 non consentono di integrare il supporto nativo ad AES  (Advanced Encryption Standard) di ARMv8. Device sui quali le elaborazioni necessarie per la crittografia rischiano di incidere in modo pesante e negativo sulle performance e, di conseguenza, sull’esperienza offerta.

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  • Germania: per i dati Facebook ottenga il consenso

    Pubblicato il 08.02.2019

    La prospettiva di una convergenza tra le piattaforme e i servizi gestiti da Facebook non poteva che sollevare legittime preoccupazioni da parte delle autorità impegnate nella tutela dei dati. Una pratica già finita in passato sotto l’attenzione del CNIL francese e che ora è nel mirino della Bundeskartellamt, in Germania. L’agenzia governativa, detta Federal Cartel Office (FCO) al di fuori dei confini tedeschi, vigila su mercato e competitività.

    Germania: FCO, Facebook e i dati

    Ciò che ha fatto l’agenzia è imporre al social network di chiedere il consenso esplicito all’utente prima di dare il via all’aggregazione delle informazioni relative al suo conto e provenienti dalle diverse piattaforme gestite, in questo caso Facebook, la messaggistica di WhatsApp e le interazioni con le bacheche di Instagram. Senza il via libera del diretto interessato, la pratica non si può attuare.

    Ancora, il colosso di Menlo Park deve mantenere separati i dati relativi a un suo iscritto e raccolti attraverso siti o servizi di terze parti (cercando il suo profilo ombra) da quelli generati direttamente sul social, sempre finché l’interessato non ha fornito il proprio consenso.

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  • TensorFlow è l'arma di Gmail contro lo spam

    Pubblicato il 08.02.2019

    La lotta allo spam di Gmail passa anche (e non solo) dall’impiego di TensorFlow. Il gruppo di Mountain View afferma di essersi affidato al proprio framework di machine learning, lo stesso reso disponibile agli sviluppatori di terze parti, per istruire gli algoritmi che senza soluzione di continuità si occupano di analizzare ed eventualmente filtrare i messaggi in arrivo nelle caselle di posta elettronica, semplificando così la vita agli utenti.

    Gmail combatte lo spam con TensorFlow

    Stando a quanto afferma bigG sulle pagine del blog ufficiale dedicato alle soluzioni cloud, questo permette di bloccare circa 100 milioni di messaggi aggiuntivi ogni giorno, evitando che i destinatari debbano eliminarli manualmente o possano correre il rischio di inciampare in qualche truffa o campagna di phishing. Una cifra importante, ma che si riduce a una media pari a una manciata di email per ognuna delle utenze se si pensa che il servizio raccoglie approssimativamente 1,5 miliardi di iscritti attivi su base mensile. Considerando però come secondo Google i filtri standard in azione già riescano a impedire al 99,9% dello spam di raggiungere l’obiettivo, ecco che quei 100 milioni in più fanno la differenza.

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  • Streaming: quanto traffico consuma?

    Pubblicato il 08.02.2019

    Non solo YouTube. In Italia, l’utilizzo dei servizi di streaming audio e video ha avuto una crescita piuttosto rapida negli ultimi anni. L’avvento della casa connessa, con smart speaker e smart TV, ha aiuto la rapida diffusione di piattaforme dedicate all’erogazione di contenuti di intrattenimento in streaming. Che si tratti di musica, video – o entrambe le cose – siamo sempre più dipendenti da questo genere di servizi.

    Il loro utilizzo è immediato, rapido e – soprattutto – spesso non è gratuito. Certo, esistono diversi abbonamenti freemium, ma le versioni gratuite sono limitate nelle funzionalità disponibili e costringono l’utente a sorbirsi pubblicità durante lo streaming. Per questo motivo, si tende a preferire – quando possibile – il pagamento di una quota mensile per godere a pieno di quello che la piattaforma può offrire.

    Il costo mensile non è l’unico onere che un servizio di streaming di musica o video può avere. Infatti, tendenzialmente è meglio sfruttarli sotto connessione WiFi, in modo da non rischiare di prosciugare il proprio abbonamento dati, ma questo non è sempre possibile. Ecco che allora bisogna stare attenti: la possibilità di terminare la quota di GB  di traffico dati – disponibile ogni mese – in pochi giorni potrebbe essere concreta, anche se chiaramente dipende dal tipo di abbonamento stipulato dall’utente.

    Ma quanto consuma un servizio di musica o video in streaming, in realtà? Quanto traffico serve per ascoltare un’ora di musica? Quanti MB servono per godersi una partita di calcio? Abbiamo analizzato i principali fornitori di contenuti video e musicali, misurando i loro “costi” in termini di traffico dati.

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