Non solo YouTube. In Italia, l’utilizzo dei servizi di
streaming audio e video ha avuto una crescita
piuttosto rapida negli ultimi anni. L’avvento della casa connessa,
con smart speaker e smart TV, ha aiuto la rapida diffusione di
piattaforme dedicate all’erogazione di contenuti di intrattenimento
in streaming. Che si tratti di musica, video – o entrambe le cose –
siamo sempre più dipendenti da questo genere di
servizi.
Il loro utilizzo è immediato, rapido e – soprattutto – spesso
non è gratuito. Certo, esistono diversi
abbonamenti freemium, ma le
versioni gratuite sono limitate nelle funzionalità disponibili e
costringono l’utente a sorbirsi pubblicità durante lo streaming.
Per questo motivo, si tende a preferire – quando possibile – il
pagamento di una quota mensile per godere a pieno
di quello che la piattaforma può offrire.
Il costo mensile non è l’unico onere che un servizio di
streaming di musica o video può avere. Infatti, tendenzialmente è
meglio sfruttarli sotto connessione WiFi, in modo
da non rischiare di prosciugare il proprio abbonamento dati, ma
questo non è sempre possibile. Ecco che allora bisogna stare
attenti: la possibilità di terminare la quota di GB di
traffico dati – disponibile ogni mese – in
pochi giorni potrebbe essere concreta, anche se chiaramente dipende
dal tipo di abbonamento stipulato dall’utente.
Ma quanto consuma un servizio di musica o video
in streaming, in realtà? Quanto traffico serve per ascoltare un’ora
di musica? Quanti MB servono per godersi una partita di calcio?
Abbiamo analizzato i principali fornitori di contenuti video e
musicali, misurando i loro “costi” in termini di
traffico dati.